[#48] Perplexity vs Google: la battaglia per il futuro della ricerca nell’era "post-ricerca"
Come l'AI sta rivoluzionando la ricerca e la monetizzazione online: la battaglia strategica tra Google e Perplexity.
Ciao Stratega!
Nella scorsa newsletter #47 ho parlato dell’hype che c’è in questo momento sull’AGI (Artificial General Intelligence) e dei potenziali abbagli nascosti.
[#47] AGI, realtà o illusione?
Tra l'hype e la realtà: perché puntare tutto sull’AGI può distrarre la tua azienda dalle opportunità AI concrete di oggi. Evita di fare investimenti a vuoto.
Oggi voglio rimanere sempre sul tema AI ma ricollegandoci alla strategia aziendale, in particolare a quella di Perplexity e di Google.
Nei giorni scorsi il mondo del digitale ha subito un ulteriore impulso di cambiamento che definirei epocale, l’IA sta ridefinendo anche il modo di effettuare le ricerche online. Non ci si limita più al tradizionale “Googolare” e quindi avere a disposizione una serie di link, la ricerca si sta evolvendo in un sofisticato “motore di risposta” e in un assistente “agentico” in grado di eseguire veri e propri compiti in totale autonomia.
Questa trasformazione che tutti stiamo vivendo, ha acceso una feroce competizione tra i giganti consolidati e innovatori agili, con Perplexity che è gradualmente emerso come un formidabile sfidante di Google, re indiscusso della ricerca. In risposta a quanto di eccellente ha prodotto Perplexity, Google durante l’ultimo I/O ha lanciato la sua modalità IA potenziata, segnalando a tutti l’intenzione di mantenere il dominio sulle ricerche web integrando capacità di AI avanzate.
Con la newsletter #48 di oggi voglio proprio approfondire le strategie di Perplexity e di Google, confrontando i loro approcci in termini di funzionalità del prodotto, tattiche di distribuzione, cultura organizzativa e modelli di monetizzazione.
La battaglia per le risposte: precisione citata vs intelligenza generativa
Al centro della competizione strategica tra le due aziende c’è una differenza fondamentale nel modo in cui Perplexity e la modalità AI di Google forniscono le risposte chieste dagli utenti. Le differenze sono radicate in approcci filosofici e tecnologici distinti.
La Retrieval-Augmented Generation (RAG) di Perplexity: la filosofia del “motore di risposte”
Perplexity, guidata dall’ottimo e visionario CEO Aravind Srinivas, si posiziona come un motore di risposta che privilegia risposte dirette e concise supportate da fonti verificabili, qualcosa di simile ad un articolo accademico. Questa cultura della “ricerca della verità” promossa da Srinivas sfrutta la Retrieval-Augmented Generation (RAG), dove i modelli AI sono addestrati a fornire risposte basate su molteplici fonti presenti su internet. Il processo prevede il recupero di documenti pertinenti, l’estrazione di paragrafi chiave e l’utilizzo di un Large Language Model (LLM) come GPT-4o, Claude 4.0, Gemini 2.5 Pro (sì quello di Google!), Grok 3.0 ed il proprietario R1 1776 (ovvero una variante post-trained di DeepSeek R1) per creare risposte con citazioni in modo da offrire la massima la trasparenza.
Perplexity in sostanza mira a fornire risposte accurate e citate in pochi secondi, con una UI/UX progettate con estrema attenzione per dare alle persone massima precisione, velocità e leggibilità. Proprio l’esperienza utente è infatti una delle parti centrali della strategia di Perplexity.
Un’altra caratteristica distintiva è la modalità “ricerca approfondita (Deep Research)” disponibile con limiti giornalieri per gli utenti gratuiti o illimitata per gli abbonati Pro (20$/mese). Questa modalità esegue “decine di ricerche, legge centinaia di fonti e ragiona sul materiale” per produrre report completi in meno di tre minuti, utilizzando una versione personalizzata del modello open-source DeepSeek R1 ed un framework proprietario “time-to-compute (TTC)” che cerca di imitare i processi cognitivi umani. Infine, si possono usare i “Perplexity Connectors” che consentono l’integrazione con servizi Cloud come Google Drive, Microsoft OneDrive e SharePoint, permettendo al Search Engine di cercare file personali e organizzativi, estendendo le sue capacità oltre i dati web pubblicamente disponibili.
La modalità AI di Google: un salto generativo con integrazione profonda
La modalità AI di Google, presentata a Marzo 2025 e lanciata per tutti gli utenti USA qualche giorno fa, viene alimentata da un modello Gemini 2.5 personalizzato. Questa modalità segna un significativo spostamento verso un’esperienza di ricerca conversazionale e generativa. Costruita sui vastissimi dati interni di Google e aggiornamenti in tempo reale, la modalità IA offre risposte testuali fluide con link pertinenti, enfatizzando “ampiezza e profondità”.
Anche Google ha ovviamente la sua Deep Research e impiega una tecnica di “query fan-out” eseguendo centinaia di ricerche per creare dei report veramente di altissimo livello completamente citati. Un elemento di differenziazione rispetto a Perplexity è la profonda integrazione del contesto personale tramite Gmail (opt-in), nella pratica significa avere dei suggerimenti personalizzati basati sulle ricerche passate, conferme di voli oppure prenotazioni di ristoranti.
Torniamo alla modalità AI che durante l’ultimo Google I/O introduce anche capacità “agentiche” tramite il Progetto Mariner, consentendo compiti complessi come l’acquisto di biglietti oppure fare prenotazioni in ristoranti tramite piattaforme come Ticketmaster e Resy, insieme a funzionalità multimodali come la Ricerca Live (tramite l’input visivo della fotocamera) e visualizzazioni interattive dei dati per sport e finanza (per ora solo negli Stati Uniti). Questo innovativo approccio ibrido adottato da Google mescola risposte generative + link tradizionali, il problema è che potrebbe complicare l’esperienza utente rispetto al design minimalista di Perplexity. A questo proposito Sundar Pichai, il CEO di Google, osserva che le ricerche in modalità IA sono da due a cinque volte più lunghe rispetto alle ricerche tradizionali, riflettendo quindi la capacità di approfondimento ma anche la potenziale complessità nell’UX degli utenti.
Il gioco della distribuzione: superare le impostazioni predefinite e consolidare il dominio
Il controllo/dominio sull’accesso degli utenti è un campo di battaglia molto importante, Perplexity sta impiegando tattiche aggressive di “distribution hacking” mentre Google cerca di rafforzare il suo status di motore di ricerca predefinito anche in ambito AI.
L’hacking della distribuzione di Perplexity
Perplexity sta sfidando la posizione di leader nella mente delle persone di Google attraverso delle partnership strategiche. Ad esempio l’accordo con Motorola, che prevede l’installazione predefinita dell’App Perplexity sui modelli Razr 2025 con anche delle ottimizzazioni per l’uso con display esterno e l’integrazione in Moto AI. L’accordo prevede inoltre che gli utenti Motorola ricevano tre mesi di Perplexity Pro gratuiti, puntanto alla creazione di abitudini. Perplexity sta anche negoziando con Samsung e altri OEM per espandere la sua portata e la base di utenti.
Anche il lancio del suo browser agentico Comet, attualmente solo disponibile per i Beta tester, cambia ulteriormente lo status quo. Comet integra l’elaborazione del linguaggio naturale, automatizza compiti complessi (riducendo la latenza di 300-500 ms) e include funzionalità per la privacy come il blocco degli annunci, posizionandolo come rivale di Google Chrome ma anche come naturale evoluzione in quanto quest’ultimo ad oggi non ha capacità agentiche.
Perplexity è in trattative con Apple per integrare la ricerca AI direttamente in Safari, dove i volumi di ricerca sono in calo (notati da Eddy Cue) e la pressione degli enti regolatori sull’accordo predefinito di Google da 20 miliardi di dollari all’anno potrebbero aprire le porte. Queste informazioni hanno causato un calo di 150 miliardi di dollari nel valore di mercato di Alphabet, sottolineando la posta in gioco veramente altissima.
L’ultima mossa interessante di Perplexity riguarda anche la distribuzione su Whatsapp, in sostanza è possibile chattare gratuitamente e avere delle risposte immediate direttamente nell’app di messaggistica più diffusa al mondo (quantomeno in Occidente). Questo permette di aumentare notevolmente la base di utenti, farsi conoscere anche da chi non segue il velocissimo mondo AI e semplificare ulteriormente l’esperienza d’uso. Personalmente mi è tornata utile l’integrazione durante alcuni voli aerei con Lufthansa, viene fornita gratuitamente una connessione Wi-Fi ma solamente per utilizzare le App di messaggistica ed in questo modo ho potuto usare Perplexity mentre volavo a non so quanti piedi di altezza.
Il Playbook Difensivo di Google
D’altra parte Google mantiene il suo dominio attraverso gli accordi predefiniti, spendendo miliardi ogni anno per assicurarsi posizionamenti su Safari e dispositivi Android. In risposta all’accordo di Perplexity con Motorola, Google cita linee guida di “compatibilità e sicurezza”, sebbene il Chief Business Officer di Perplexity, Dmitry Shevelenko, affermi che questi contratti agiscano come una “pistola alla tempia” per gli OEM, un’accusa legata all’attuale esame antitrust negli Stati Uniti. Google sta espandendo la modalità AI a livello globale, potenziando ulteriormente Chrome, integrando Gemini nel browser e anche nei dispositivi Apple.
Una riflessione strategica
L’offensiva di Perplexity punta a creare nuovi touchpoint con le persone (OEM, Comet, Apple, Whatsapp), sfruttando parallelamente la pressione antitrust per aggirare le impostazioni predefinite di Google che le garantiscono il dominio. La riflessione sorge spontanea, il passaggio agli assistenti AI e browser agentici come interfacce primarie potrebbe ridefinire completamente la competizione, con Perplexity che mira a diventare l’AI predefinita per eccellenza. Gli interventi degli enti regolatori, come visto nel caso del DOJ, è un jolly bello potente che può creare delle opportunità per le nuove aziende mentre Google cerca di riadattare i suoi prodotti/servizi.
Cultura aziendale e agilità: innovazione snella vs complessità dell’ecosistema
La cultura organizzativa modella la velocità di esecuzione e lo sviluppo del prodotto, evidenziando una dinamica David contro Golia. Ne ho già parlato nella newsletter #45
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La cultura “accuratezza-velocità-leggibilità” di Perplexity, prospera sull’agilità. Srinivas enfatizza la triade come principi fondamentali, traendo ispirazione dalla semplicità di Apple ed evitando però il clutter dell’interfaccia utente. Questo approccio centrato sull’utente, riflesso in un’interfaccia minimale e nella consegna rapida delle Deep Research, contrasta con la complessità accumulata di Google negli anni. La dipendenza di Perplexity da modelli open-source come DeepSeek R1 riduce i costi e accelera l’innovazione, allineandosi alla visione di Srinivas di uno strumento che “mi dice la risposta e mostra perché è corretta”.
Google d’altra parte usa una UI multi-pannello, con carte visive e appunto pannelli della cronologia chat, offre profondità ma può sopraffare gli utenti. Con migliaia di ingegneri, le TPU ed un budget di R&S di 50 miliardi di dollari, la scala di Google consente grossi lanci globali ma il suo retaggio rallenta l’iterazione rispetto al ritmo di startup di Perplexity.
Più in generale l’agilità di Perplexity consente un rapido dispiegamento di funzionalità mentre la scala di Google garantisce un ampio impatto ma rischia l’inerzia. L’UI/UX minimalista ma curatissima di Perplexity attrae chi cerca semplicità, mentre la ricchezza di funzioni di Google si adatta agli utenti avanzati. Il dibattito tra modelli open-source e proprietari, quindi l’approccio economico di Perplexity vs l’innovazione controllata di Google, modellerà la competitività a lungo termine.
Monetizzazione: commercio Agentico e la pubblicità
Perplexity si basa su un abbonamento Pro da 20 dollari al mese offrendo accesso senza pubblicità, risposte più veloci e funzionalità avanzate. Il suo pivot verso il commercio agentico tramite una partnership con PayPal consente acquisti in-chat e gestendo il checkout in modo seamless, questo apre la porta alla generazione di commissioni di affiliazione. Da Novembre 2024, Perplexity ha testato annunci come domande di follow-up sponsorizzate o pannelli laterali, garantendo di non influenzare il contenuto, con un modello CPM (30-60 dollari per mille impressioni). Esiste inoltre programma di revenue-sharing con gli editori (fino al 25% dei ricavi pubblicitari) compensa le fonti citate, affrontando parzialmente le preoccupazioni sul copyright.
Il noto modello pubblicitario tradizionale di Google (60-65% dei ricavi mobile) soffre man mano che le risposte AI riducono i click delle persone. La modalità AI integra annunci nelle panoramiche, aumentando le vendite, ma rischia la fiducia se percepiti come posizionamenti a pagamento. La funzione “Buy for me” svelata di recente utilizza Google Pay per acquisti automatizzati, ciò mantiene gli utenti all’interno dell’ecosistema di Google potenzialmente aggiungendo commissioni, anche se la dipendenza storica dagli annunci CPC persiste.
Il modello senza pubblicità massiva di Perplexity, costruisce fiducia ma richiede scalabilità, mentre Google adatta gli annunci all’IA rischiando la cannibalizzazione. Entrambi comunque abbracciano il commercio agentico, trasformando la ricerca in piattaforme transazionali.
Implicazioni strategiche per l’era “post-ricerca”
Questa competizione segnala un passaggio dalla ricerca basata su link » a piattaforme intelligenti che eseguono compiti. L’approccio citato e trasparente di Perplexity e la sua cultura agile sfidano il dominio di Google anche tramite hack di distribuzione e pressione regolatoria. La profondità, la scala e l’integrazione dell’ecosistema di Google contrastano con le innovazioni agentiche e multimodali, anche se la complessità e la dipendenza dagli annunci pongono rischi.
Il futuro…? Dipende dalla fiducia, dai compromessi tra privacy e personalizzazione e dal controllo delle impostazioni predefinite dell’AI. Man mano che la ricerca diventa una commodity, gli utenti esperti potrebbero concentrarsi su analisi di ordine superiore, mentre la monetizzazione evolve attivamente attraverso il commercio agentico. La crescita “di nicchia” di Perplexity e l’adattabilità di Google determineranno la forma del panorama post-ricerca. Che cosa ne pensi?